La Dimora di Don Salvatore

La leggenda di Aci e Galatea

Dirigendosi da Catania verso Messina si incontrano numerosi paesi aventi come comune prefisso il nome Aci. In tutto sono nove: Aci Trezza, Aci Castello, Acireale, Aci Catena, Aci Bonaccorsi, Aci San Filippo, Aci Sant’Antonio, Aciplatani e Aci Santa Lucia (rione di Aci Catena).

L’origine della denominazione di questi luoghi è strettamente legato alla leggenda di Aci e Galatea.

In queste terre pascolava il gregge di Polifemo, un gigante arcinoto, rude, sporco e con un occhio solo. Una notte, mentre era sdraiato sulla spiaggia vide a distanza le ninfe del mare che giocavano e ridevano tra le onde marine. Polifemo fu immediatamente colpito dalla loro bellezza e si fermò a spiarle. Poi, presosi di coraggio, si mostrò loro ricevendo in cambio solo grida di paura. Le ninfe si immersero immediatamente lasciando sola la loro sorella più bella, Galatea, la quale, con tono aggressivo e per nulla impaurita, minacciò Polifemo per il suo agire.

Il gigante si innamorò perdutamente della bella Galatea, ma i suoi dolci intenti furono solo origine di beffa e derisione: Galatea amava il giovane e bel pastore dal nome Aci, che non poteva assolutamente mettersi in paragone con il rozzo e selvaggio Polifemo.

Il gigante fu colpito dalla crudele risposta di Galatea ma non si demoralizzò. Cercò di rendersi più bello e distinto, cercò di aggraziare le sue maniere, ma inutilmente. La bella Galatea non aveva occhi che solo per il bello Aci! Cosicché Polifemo, pieno di rabbia e di odio, cercò ovunque il giovane e biondo pastore e scovatolo gli tirò sopra un grande macigno uccidendo all’istante Aci. Le sue membra si distribuirono in nove luoghi che sono appunto i bellissimi paesi con prefisso Aci.

Galatea pianse per giorni la morte del suo amato, diffondendo le sue grida fino alle orecchie degli dei, i quali, per calmare il dolore della ninfa, fecero sgorgare da quel grande macigno una sorgente di acque dolci: il fiume di Aci.

Verosimilmente è questa la ragione più corretta della denominazione dei nove paesi. Il fiume originariamente denominato Akis dai greci, fu rinominato Aci dal cartografo Isdrìsi, illustre cortigiano di Re Ruggero il Normanno.

I paesi più interessanti turisticamente sono il piccolo borgo di pescatori, Aci Trezza, in cui Giovanni Verga ambientò il romanzo “I Malavoglia”, noto anche per le pittoresche scene del film “La terra trema” di Luchino Visconti; Acireale rigoglioso centro economico e monumentale (si contano oltre 40 chiese ed oltre 100 campane); l’arcinoto Aci Castello, capoluogo della Riviera dei Ciclopi, con il suo maestoso castello, costruito dai Normanni nel 1076, su un costone di pietra lavica a ridosso del mare. Nel castello fecero sosta le reliquie di Sant’Agata (patrona di Catania) a seguito del riscatto avvenuto da Costantinopoli.