
Il piacere di camminare tra boschi e borghi: le vie del trekking del Centro Sicilia (Via dei Frati, Cammino di San Giacomo, Madonie).
La Sicilia è una regione prevalentemente collinare, per circa il 25 per cento del territorio è montuosa e per la restante parte (15% del territorio) pianeggiante, di cui la pianura più grande è quella di Catania. La regione ha rilievi particolarmente vari: mentre nella Sicilia orientale si può riconoscere nell’Appennino siculo l’ideale continuazione dell’Appennino calabro, la Sicilia centrale e occidentale ospitano massicci isolati. A parte l’imponente cono vulcanico dell’Etna (3350 metri), nelle Madonie si trova la vetta più alta dell’isola: il pizzo Carbonara (1979 metri).
L’identificazione geografica della Sicilia centrale è definita dalle due catene montuose dei monti Erei e dei Nebrodi, da un comune bacino idrografico e comune origine geologica e dalla posizione più o meno centrale all’interno dell’entroterra siciliano. Questa area si può delineare e demarcare non solo in base a criteri geografici, ma anche su parametri sociali, economici e storici, come la commistione di popolazioni sicule, sicane e greche, l’economia del recente passato basata sull’estrazione dello zolfo e dei sali potassici e sull’agricoltura.
Il territorio del Centro Sicilia è molto variegato: dalla catena montuosa delle Madonie, fino ai margini dei Nebrodi, nelle valli dell’Ennese e del Nisseno, con piccole gemme lacustri e fluviali che il tempo (e la mancata salvaguardia dell’uomo) sta inesorabilmente prosciugando. In questo territorio sono ubicati molti piccoli borghi e più estesi paesi, che racchiudono gelosamente storia e cultura millenaria. Ne sono espressione i borghi delle Madonie (le Petralie, Polizzi Generosa, Gangi e Geraci Siculo), Nicosia, Caltagirone, Piazza Armerina, Riesi e Canicattì, ognuno nella propria singolarità storica ed economica.
Negli ultimi anni è stato un fiorire di proposte di trekking, originali e ricche di esperienze, con caratteristiche e difficoltà uniche, che rendono questi cammini fonte di serenità e di cultura.
Tra questi è interessante “La via dei Frati” che si snoda lungo strade provinciali, trazzere, sterrate e sentieri montani per 173,2 km da Caltanissetta a Cefalù. L’idea nasce dal desiderio di percorrere a piedi l’entroterra siciliano, così come per secoli hanno fatto i Frati questuanti, che dai conventi maggiori, si spostavano fin nelle più remote campagne per raccogliere la questua da portare ai loro confratelli, con spirito di umiltà e dividendo quel poco che avevano con le persone più bisognose. Fino a qualche anno fa, la memoria dei “Monaci di Cerca” era viva nei paesi attraversati dalla Via dei Frati, e numerose sono le testimonianze del loro passaggio: dai conventi di Petralia, Gangi, Geraci Siculo, Blufi e Caltanissetta, agli ospizi utilizzati per il periodo estivo come quello presente a Resuttano. Tra i Frati ricordiamo insigni scultori, che con le loro opere hanno accresciuto talmente il sentimento religioso che molte di queste sono attualmente venerate e hanno creato un vero e proprio movimento di pellegrinaggio continuo nelle chiese e nei santuari dove si trovano, come il Crocifisso di Castel Belici, opera di Frate Innocenzo da Petralia, ed i crocifissi di Frate Umile a Petralia Soprana ed a Geraci Siculo. Il percorso si propone inoltre come ideale Via Micaelica siciliana, partendo da Caltanissetta, luogo del Miracolo dell’Arcangelo, passando da un luogo alle falde del Monte Alto, di fronte Petralia Sottana, in cui da qualche anno è stato collocato un quadro di San Michele e giungendo a Cefalù, protetta da una chiesetta eretta dai benedettini dedicata a San Michele sulla Cima di Pizzo S. Angelo.
Altro interessante e particolare percorso di trekking è il “Cammino di San Giacomo”, un affascinante percorso che si snoda nell’entroterra siciliano, dove natura, tradizione, cultura e identità si mescolano insieme trasformando ogni tappa in una meravigliosa scoperta. Il Cammino siciliano (per analogia collegato al più famoso Cammino di Santiago spagnolo) si snoda tra la città di Caltagirone e il paese montano di Capizzi, le due comunità isolane di più antica e viva tradizione jacopea, custodi di importanti reliquie di San Giacomo il Maggiore. Il culto di San Giacomo arriva in Sicilia al seguito dei Normanni tra i secoli XII e XIII, secondo la leggenda il Gran Conte Ruggero durante la notte del 25 Luglio sognò San Giacomo, nella veste di “Matamoros” – ammazza mori nella traduzione – armato della spada che diverrà insegna dell’Ordine Militare di Santiago, con impugnatura a croce e chiamata in seguito “spada di San Giacomo” .
Partendo dall’antica Basilica di San Giacomo a Caltagirone (città di cui è patrono), si raggiunge il duecentesco santuario di Capizzi, costruito già dai Normanni e intriso di storia e di atmosfere medievali. Seguendo un percorso di circa 130 km in 6 tappe, che tocca altri comuni intermedi (San Michele di Ganzaria, Mirabella Imbaccari, Piazza Armerina, Aidone, Valguarnera Caropepe, Assoro, Nissoria, Nicosia, Capizzi), si attraversa una straordinaria varietà di paesaggi, sempre diversi a seconda delle stagioni. Infinite suggestioni naturalistiche, storiche, mistiche e antropologiche sorprendono il camminatore a ogni svolta, grazie alla bellezza drammatica della Sicilia più interna. Si compie così un viaggio interiore e una ricerca contemplativa attraverso una terra ospitale e sempre generosa.
