La Dimora di Don Salvatore

Le novene: spettacoli musicali e di preghiera per anticipare il Natale.

Capita ancora, passeggiando nei vicoli di paesi e città in Sicilia, di imbattersi in pittoreschi spettacoli, con tanta gente stanziata vicino ad una edicola sacra, oppure allestite in stanze all’interno di abitazioni private, in cui alcuni musicanti, con le loro zampogne, inneggiano musiche e preghiere in attesa del natale di Gesù. Si tratta delle Novene di Natale, espressione di devozione cristiana ed anche occasione di festa per ritrovarsi insieme.

Le Novene sono rappresentazioni del presepe o, in mancanza, vengono allestite in edicole votive, utilizzando frutti, arbusti, e decori propri della stagione invernale. All’interno o nelle estremità esterne dell’edicola, si appendono arance, rami di alloro, piccole mele profumate, rametti di mirto – murtidda in dialetto siciliano – e anche rami di pungitopo (spinapulici), nastri e addobbi colorati, per dare onore alla nascita di nostro Signore. Le arance appese erano (negli anni passati) solitamente nove, pari ai giorni in cui si celebra la Novena, prima del Natale, a simboleggiare ancora più i nove mesi in cui Gesù Bambino crebbe nel grembo della Vergine Maria.

Nel celebrare i riti della Novena, gli organizzatori distribuiscono solitamente ai partecipanti, parenti e amici, i buccellati (o vucciddati), biscotti ripieni di fichi, uvetta e frutta secca, la calia (ceci secchi scaldati nella sabbia rovente), i mastazzola, dolci di mosto cotto, ed altre prelibatezze del periodo natalizio. La celebrazione si snoda tra canti, suoni, litanie e preghiere, eseguite da cantastorie e suonatori specializzati, che, dietro compenso, allietano questo intenso periodo che anticipa il Natale.

La Novena non la fanno solamente i cantastorie, ma anche i ciaramiddari ed altri sonatori. I ciaramiddari, sonatori di ciannamelle, vanno in giro di giorno e di sera, ma non di notte. Chi vuole la loro sonata, se gl’impegna qualche dì innanzi il novenario; ed essi devono sonare davanti a una Madonna (per lo più un quadro rappresentante Gesù, Maria e Giuseppe) parata con fronde d’arance… Stanno accese davanti le immagini nove candele di cera, numero de’ giorni della novena, e mentre i monelli fan corona e ressa al sonatore, egli suona e suona, modulando con tasti del piffero il suono uniforme, monotono e pur gradito della cornamusa”. Così scriveva Giuseppe Pitrè, alla fine del 1800, per raccontare le tradizioni ed i costumi della Sicilia. Le ciaramedde, che ancora oggi alcuni esperti sonatori riescono a far “cantare” insufflando nell’otre creato con un’intera pelle di capra o di pecora, è uno strumento musicale con due canne melodiche diseguali (simile a quelli ancora diffusi nell’area campano-lucana) di cui si ha testimonianza fin dal 1841, in una descrizione storica della processione dell’Immacolata a Palermo (redatta dal pittore Arthur John Strutt).

Emblematica è la vicenda degli Orbi, cantastorie ambulanti ciechi la cui tradizione si è protratta fino agli anni Ottanta, che nella seconda metà del ‘600 vennero riuniti in congregazione dai Gesuiti proprio con lo scopo di diffondere tra il popolo i testi poetici dialettali di natura religiosa.

Grazie ai flussi migratori dei siciliani negli Stati Uniti, abbiamo traccia storica dei canti e del repertorio musicale delle Novene siciliane. Riprodotte in antichi supporti musicali su dischi a 78 giri, ritroviamo registrazioni delle tradizioni popolari con musiche per zampogna e ciaramedde. Tra queste anche il testo famoso del sacerdote di Monreale Antonino Diliberto, che lo pubblico con lo pseudonimo di Binidittu Annuleru nella metà del Settecento: “O Divina Maistati, Vi prisentu sta Nuvena, E vi preiu ca mi dati, Risistenza, forza e lena. Vinni n’anciulu a vvisari, Fui Giuseppi prestamenti, Picchì Erodi fa ‘mazzari, Li nicuzzi assai (putenti)”.

Le Novene si celebrano oggi in un periodo molto più lungo, che va dall’Immacolata fino all’Epifania, con repertori che includono brani d’autore siciliani e numerosi canti tradizionali natalizi, rivoluzionando la forma canonica della novena composta da nove parti che venivano recitate una ogni giorno per i nove giorni che costituivano la durata del ciclo devozionale. Ciclo ispirato agli Atti degli Apostoli, ai nove giorni compresi tra l’Ascensione di Gesù Cristo e la discesa dello Spirito Santo in terra, periodo in cui la Madonna e gli Apostoli pregarono in modo assiduo.